4.7.12

come un intreccio di bottega veneta




Se mi guardo indietro è proprio così.
Se guardo là dove tutto iniziò, dove le prime notti mi videro uscire dal guscio, insieme alle amiche fidate, girovagando per la città, timide ed insicure. Che ci sembrava ancora impossibile di poter assaporare quella libertà. Proprio noi.
Fasciate nelle nostre minigonne, commettendo clamorosi errori di stile che a rivederli ora non riusciamo a smettere di ridere, imparando, parlando, parlando e ancora parlando. Conoscendo, incontrando, intrecciando amicizie ed amori che a loro volta ci hanno fatto conoscere di nuovo, intrecciare ancora e, perchè no, cambiare strada. Magari contro ogni previsione, sorprendendoci e trascinandoci.
Le amicizie che sono restate, quelle che sono finite ma che sono ancora nel nostro cuore, le nuove strade aperte magari proprio da quelle persone che abbiamo perso per strada.
Come una grande ragnatela senza fine, affascinante ed in grado di portarci là dove mai avremmo immaginato. Imprevedibile ed improvvisa, con il suo moto infinito, volto a tessere le tele delle nostre vite e a mixarle tra loro, così in modalità random.
Mi piace immaginarla questa rete di emozioni e sentimenti, come se fosse una delle famose reti metalliche che fa sfilare Versace, come se fosse un intreccio di Bottega Veneta, come se fosse qualcosa di tangibile, di toccabile.
Mi piace esserne travolta, sconvolta, mi piace la sua precarietà apparente e la forza che a ben guardare invece racchiude.









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